La crisi intacca anche la Germania di Angela Merkel, dove nel mese di settembre sono state immatricolate 250 mila nuove auto, l’11% in meno rispetto allo stesso periodo preso in esame l’anno precedente. Il dato conferma che anche il mercato tedesco è in perdita rispetto al 2011, con un complessivo -1,8% di immatricolazioni.
Più disastrose le cifre per l’Italia, che, con 109.178 auto vendute, registra una flessione del 25,74% raggiungendo un volume di vendita pari a quello di trent’anni fa (1978). Inutile dire che sono molte le aziende a soffrire, dall’italiana Fiat alle francesi Peugeot e Citroёn. Non è certo che le manovre finanziarie previste riusciranno a salvare un settore tra i più colpiti dalla crisi economica.
La casa automobilistica torinese è riuscita ad ottenere dall’Europa 500 milioni di euro per rilanciare gli stabilimenti in Polonia e in Serbia, ma blocca il progetto Fabbrica Italia, il piano quinquennale (2010-2014) che prevedeva l’innalzamento della soglia delle automobili prodotte di circa un milione di unità. Un investimento pari a 30 miliardi di euro volto a valorizzare le competenze italiane del settore e fermare il dislocamento delle sedi operative all’estero.
La crisi sta cambiando il profilo commerciale dell’Europa, una volta trainante anche grazie all’industria automobilistica, si apre ora a nuovi settori più remunerativi. Ci riferiamo al business del gioco d’azzardo, che seppure con titubanza ormai è stato gradualmente legalizzato quasi ovunque, con introiti ragguardevoli per le casse degli Stati, 78 milioni le entrate per l’Italia. Nel bel paese si sprecano ormai i siti web su cui è possibile giocare a texas holdem o impararne le regole, mentre in Spagna per i giocatori è addirittura possibile detrarre le perdite dalla dichiarazione dei redditi. La Francia risponde con un investimento di 50 milioni di euro per trasformare Marsiglia nella nuova mecca del tavolo verde, e la Russia azzera addirittura le tasse sul gioco d`azzardo.
La speranza è che queste iniziative riescano a dare una scossa ad un`economia, quella europea, sempre più lenta e provata, soprattutto nel settore automobilistico. Ultimi a scendere in piazza, i lavoratori di Peugeot e Citroёn, a protestare contro tagli e licenziamenti in occasione del Salone dell’automobile di Parigi.